Verosimilmente la prima descrizione sull'uso terapeutico dell'ozono
fu di Charles J.Kenworthy che, nel 1885, negli Stati Uniti, pubblicò
un articolo dal titolo "Ozone".
Si ha notizia che, durante la prima Guerra Mondiale, per scongiurare
l'insorgenza di gangrena gassosa, molti soldati con ferite infette furono
sottoposti a trattamenti con ozono.
Negli anni cinquanta si incominciò a praticare l'autoemotrasfusione
ozonizzata con progressivo ampliamento dei tempi di applicazione e delle
vie di somministrazione (insufflazione diretta della miscela gassosa
sulla superficie corporea da trattare, balneoterapia con acqua ozonizzata,
iniezioni intramuscolari, sottocutanee ed intraarticolari).
L'ossigeno-ozono terapia viene oggi proposta soprattutto nelle patologie
da carente apporto di ossigeno (artereopatie obliterative, ulcere postflebitiche
o da decubito, teleangectasie); nelle patologie infettive: batteriche,
micotiche e virali (herpes zoster ed herpes simplex); nelle affezioni
intestinali e della regione anale (rettocolite ulcerosa, ragadi, fistole
anali,
proctiti e sindromi emorroidarie); nelle affezioni ginecologiche (vaginiti);
dermatologiche (acne, eczemi, psoriasi) ed odontostomatologiche (periodontiti,
stomatiti); nelle malattie internistiche (epatiti).
L'ossigeno-ozono trova indicazione anche nella cefalea a grappolo e
come coadiuvante nei trattamenti con radiazioni ionizzanti e nella chemioterapia.
È stato studiato l'uso anche nelle immunodeficienze acquisite,
nella sindrome da stanchezza cronica e nella maculopatia retinica degenerativa
senile.
Grazie all'effetto antalgico ed antinfiammatorio, l'ossigeno-ozono è
utilizzato in molte patologie osteoarticolari, nonché nella sindrome
del tunnel carpale.
Sul finire degli anni ottanta, nella rosa dei trattamenti percutanei
dell'ernia discale, responsabile del conflitto disco-radicolare, oltre
alla nucleoaspirazione ed alla nucleosi con chimopapaina, veniva proposto
l'utilizzo dell'ossigeno-ozono terapia. Per quanto concerne il tratto
lombare, l'indicazione a questo trattamento viene posta, in alternativa
alla nucleoaspirazione, ai pazienti portatori di piccole ernie mediane
e con sintomatologia prevalentemente lombagica.
Può trarre giovamento anche chi è affetto da patologia
artrosica o chi presenta una persistente sintomatologia algica per fibrosi
cicatriziale postchirurgica. I risultati migliori si ottengono in pazienti
ben selezionati secondo precisi criteri clinici e radiologici.